Come si mangiava nella preistoria?
Il nome preistoria significa prima della storia: è il periodo di tempo compreso tra la comparsa sulla Terra della nostra specie, l’uomo, e l’invenzione della scrittura, intorno al 3500 a.C.. Si chiama così perché senza l’aiuto delle fonti scritte dobbiamo studiare le vicende di questi anni usando altre fonti, come le pitture nelle caverne, o l’analisi degli utensili e degli oggetti ritrovati…
Un periodo di tempo talmente lungo che facciamo fatica a immaginarlo e che è stato suddiviso in paleolitico, neolitico e età dei metalli, cioè collegato ai materiali che l’uomo ha usato in questa lunga epoca.

La prima parte dell’epoca preistorica è il paleolitico, “l’età della pietra (litos in greco antico) più antica (paleo sempre in greco antico)”, lavorata ancora rozzamente per ottenere strumenti utili come le amigdale, pietre dalla forma ovoidale con bordi affilati per lavorare le pelli, scavare la terra o difendersi dai predatori.
Le usavamo quando eravamo nomadi e ci spostavamo alla ricerca di cibo seguendo gli animali nelle loro migrazioni oppure cercando luoghi più ricchi di erbe, frutti e radici. A quell’epoca vivevamo in piccole comunità e usavamo le caverne come riparo naturale per proteggerci dal freddo e dai predatori. Con il passare del tempo cominciammo a costruire i primi ripari usando dei rami piantati al suolo. Solo più avanti siamo passati alla costruzione delle capanne, molto più resistenti! Sapete che in Francia, vicino a Nizza, sono stati trovati i resti di un accampamento stagionale risalente a 400 mila anni fa? Erano capanne fatte con rami di legno fissati per terra, ricoperti con foglie o pelli di animali.
La nostra prima scoperta, una delle più importanti per tutta la storia seguente, è stata il fuoco! La scintilla ottenuta strofinando due pietre o due bastoncini cambiò del tutto il nostro modo di vivere. Grazie al fuoco, infatti, potevamo scaldarci durante i periodi freddi, illuminare le caverne ma, soprattutto, cuocere il cibo!
Continuavamo a essere nomadi e a vivere di caccia e di raccolta, ma grazie alla scoperta del fuoco il cibo più consumato era ormai la carne. Da abili cacciatori di animali selvatici ci nutrivamo principalmente di anatre, cavalli, cammelli, renne e persino di leoni! Davvero curioso! Come facciamo oggi a saperlo? Grazie agli oggetti ritrovati durante gli scavi archeologici, come quelli delle grotte dei Balzi Rossi, in Liguria: lance con punte di pietra, ossa di animali nei focolari, rappresentazioni di caccia sulle pareti delle grotte dove trovavamo riparo…
Se poi vivevamo vicino a un fiume o al mare ci nutrivamo di pesce pescato con le prime tecniche di pesca: a mani nude oppure usando strumenti come le lance e gli arpioni.
Durante la seconda epoca, il neolitico, la nostra capacità di lavorare la pietra e ricavarne attrezzi è migliorata: ecco perché è chiamata “età della pietra nuova (neo in greco antico)” ma soprattutto siamo giunti a due importanti conquiste: l’agricoltura e l’allevamento. Abbiamo infatti abbandonato il nomadismo per diventare sedentari e costruire i primi villaggi con case di legno, paglia o argilla, coltivare la terra e allevare gli animali. Alcuni reperti di villaggi di questo periodo sono ancora presenti in Italia, come il villaggio di Travo, vicino a Piacenza.
Il nuovo stile di vita ha cambiato anche l’alimentazione.
La scoperta dell’agricoltura ci ha permesso di diventare per la prima volta produttori di cibo e di non dipendere più dalla raccolta delle risorse spontanee della natura! Ci siamo aiutati inventando i primi strumenti agricoli: l’aratro, la falce e la zappa. Abbiamo ridotto la necessità di spostarsi continuamente in cerca di cibo ed è cominciata la coltivazione di cereali come l’orzo, l’avena, il riso, il mais e il frumento. Questi cereali tritati insieme a radici o legumi, insaporiti con qualche erba profumata, cotti con acqua calda in pentole di terracotta ci servivano per preparare le prime zuppe della storia, forse non troppo appetitose ma sicuramente molto nutrienti!
Ma da veri innovatori, abbiamo anche capito che catturare e custodire gli animali per usarli come riserva di cibo era un metodo più sicuro e certamente molto meno faticoso di procurarsi da mangiare! Fu così che iniziammo ad allevare prima animali piccoli e mansueti come le pecore, le capre e i maiali, più avanti animali di taglia più grande, come buoi, mucche e asini da cui ricavare carne, latte e pelli con cui coprirsi.
L’ultima epoca della preistoria si chiama età dei metalli, perché in questo periodo abbiamo imparato a lavorare i metalli per costruire armi e utensili. Prima di tutto di rame: abbiamo scoperto come fonderlo e lavorarlo versandolo in stampi di argilla per creare armi, attrezzi per scavare e coltivare la terra, recipienti da cucina sempre più efficienti. Lo sapete che oggi le pentole di rame sono le più adatte a fare ottimi risotti? Mhhh, nella preistoria però non facevamo i vostri risotti allo zafferano o con le fragole!
Comunque, di esperimento in esperimento, abbiamo creato il bronzo legando rame e stagno, poi abbiamo costruito forni che raggiungevano le altissime temperature per lavorare il ferro, metallo più duro e resistente di tutti. Purtroppo, dobbiamo confessare che queste invenzioni ci sono servite soprattutto per creare armi sempre più potenti!
A voi consigliamo di continuare a usare i sottili fogli di rame per le incisioni creative che molti di voi fanno a scuola. Oppure, se non in casa avete una pentola di rame, provate una delle tante appetitosa ricette di risotto!