I Fenici, un popolo di commercianti e inventori!
I Fenici sono stati uno dei popoli più attivi e dinamici tra le antiche civiltà del Mediterraneo. Dalle poche fonti che abbiamo sulla loro storia, sappiamo che sono stati eccellenti navigatori, capaci di entrare in contatto con altri popoli e sviluppare importanti innovazioni che hanno lasciato tracce fino a noi.
Il momento di massimo splendore della civiltà fenicia ha avuto luogo intorno all’anno 1000 a.C.

La loro società era organizzata in molte città-stato indipendenti, ognuna governata da un Re. Le prime e più importanti sono state Tiro, Sidone e Biblo, sulla costa del Mediterraneo orientale. Da loro, ne sono nate altre come colonie lungo tutte le coste del Mediterraneo: Cartagine nell’Africa del Nord, Panormo (Palermo) e Trapana (Trapani) in Sicilia, Karalis (Cagliari) e Sulcis (Sant’Antioco) in Sardegna; Ibiza e Gadir (Cadice) in Spagna.
Un’organizzazione per stati che oggi chiameremmo “federati” e che scompare sconfitta dalla Roma repubblicana, prima con le tre “Guerre Puniche” contro Cartagine (dal 264 al 146 a,C.) poi definitivamente nel 64 a.C. con l’occupazione delle città-stato del Mediterraneo orientale da parte di quello che si avviava a diventare il grande Impero romano.
Scopriamo di più su di loro!
Il territorio di origine dei Fenici era la striscia di terra molto stretta corrispondente all’attuale Libano, uno spazio da Nord a Sud ridotto e con pochi terreni da coltivare, ma protetto dalle montagne a Est e aperto sul Mediterraneo a Ovest. In queste condizioni, i Fenici scelsero di puntare sul mare, favoriti dal fatto che le montagne, oltre a proteggere dai nemici, fornivano un’abbondante riserva di un legno robusto e perfetto per la costruzione delle navi, il legno di cedro.
In poco tempo, i Fenici da piccolo popolo di coltivatori si trasformarono in esperti navigatori e si dedicarono al commercio via mare, grazie al quale scambiavano cibo e prodotti artigianali in tutto il mar Mediterraneo.
Con le loro navi mettevano in contatto i produttori e i consumatori di moltissimi beni preziosi ed esclusivi, come la carta di papiro dell’Egitto, e prodotti di largo consumo alimentare, come il grano della Sicilia e l’olio della Spagna.
La loro rete di viaggi era così ampia che per sostenerla crearono basi sparse nel bacino del Mediterraneo, nelle quali far fermare le loro navi, fare rifornimenti e procedere con i commerci.
Nel corso degli anni questi piccoli approdi diventarono delle vere e proprie città: le colonie fenicie, la rete di città-stato di cui abbiamo parlato all’inizio, indipendenti ma unite dalla lingua e dalla cultura.
Come abbiamo visto erano davvero ovunque nel Mediterraneo! Dalla Fenicia all’Africa del nord, alla Spagna, alle grandi isole Sicilia, Sardegna, Baleari…Provate a tracciare linee che uniscano le loro rotte commerciali in tutti questi punti sulla cartina e vedrete!
Spostandosi continuamente per i loro commerci, i Fenici avevano bisogno di un metodo di scrittura e comunicazione semplice e veloce. Da questa necessità nasce la più importante e famosa tra le loro invenzioni, l’alfabeto: un codice di segni ognuno dei quali rappresentava un suono. L’alfabeto fenicio comprendeva solo le consonanti: furono i Greci ad ampliarlo inserendo le vocali e dalle successive evoluzioni nacque l’alfabeto con cui è scritto anche questo articolo!
Anche per quanto riguarda l’alimentazione dobbiamo ai Fenici qualcosa che è rimasto fino a oggi. La dieta era allora quella che ancora oggi ci caratterizza e che chiamiamo “Dieta mediterranea”, riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità: cereali, soprattutto grano e orzo, frutta e verdura, olio, pesce. Con i cereali venivano fatti il pane e croccanti gallette che duravano il tempo dei lunghi viaggi per mare. Si coltivavano verdure come cipolle, cetrioli, porri, piselli e zucca, legumi come le lenticchie. Per condire si usava l’olio e, per insaporire, l’aglio, un gusto e un profumo molto apprezzati!
L’apporto di proteine nobili, come sono quelle animali, era garantito soprattutto dal pesce. Oggi la pesca è contingentata, limitata nella quantità e nei periodi consentiti, ma allora le riserve ittiche erano abbondantissime nel Mediterraneo.
E qui abbiamo un’altra delle innovazioni dei Fenici che ancora oggi usiamo: la conservazione del pescato sotto sale. Il sale è stato nei secoli un prodotto prezioso, tanto da essere chiamato oro bianco. I Fenici ne hanno scoperto il modo di produzione per evaporazione dell’acqua di mare proprio in Sicilia, in quelle che ancora oggi sono le famose saline di Trapani. Ne hanno poi diffuso l’uso per la conservazione degli alimenti e ne hanno fatto uno dei principali prodotti da commerciare.
Volete saperne ancora di più sulle invenzioni di questo straordinario popolo?
- Cercate in internet informazioni sul “murice”, murex brandaris nella terminologia scientifica. Scoprirete la sua associazione con la porpora, una sostanza e un colore commerciati dai Fenici.
- Cercate anche informazioni sulla storia del vetro, un materiale di cui oggi conosciamo il valore ambientale in quanto è riciclabile al 100%. I Fenici lo producevano e i loro maestri vetrai erano famosi per la bravura nel lavorarlo per realizzare bellissimi manufatti.