Quando nasce lo street food 

Quasi 2000 anni fa, nel 79 d.C. l’eruzione del Vesuvio, in Italia vicino a Napoli, seppelliva per sempre di cenere le città di Pompei, Ercolano, Stabia e Oplontis. Le rovine sono tutt’oggi oggetto di scavo e periodicamente rivelano incredibili spaccati quotidiani della vita di allora.

Recentemente è stato riportato alla luce un Termopolio intatto. Si tratta di un tipo di bottega molto diffuso anticamente. Come indica il nome di origine greca, qui si servivano bevande e cibi caldi, conservati in grandi giare incassate nel bancone in muratura.

Infatti, gli abitanti di Pompei avevano l’abitudine di consumare il pranzo all’aperto. In pratica si tratta di qualcosa di molto simile a un bar moderno o a un’attività di street food!

Nel Termopolio è stato rinvenuto diverso materiale per trasportare e conservare i cibi: nove anfore, una scodella di bronzo, due fiasche, un recipiente di ceramica da mensa.

È straordinario, in particolare, il ritrovamento nei recipienti di tracce degli alimenti che venivano venduti in strada. Sul fondo di un contenitore da vino, per esempio, sono state trovate delle fave macinate. Il motivo? Le fave venivano inserite nel vino per rendere più gradevoli il gusto e il colore. Sul fondo del contenitore c’è una tegola, per separare i legumi dal liquido ed evitare di servire il vino insieme alle fave.

Questa bottega si trova poco distante da una piazzetta con una cisterna, una bella fontana in marmo e una torretta per la distribuzione dell’acqua. Certamente non a caso: è facile immaginare i cittadini in un pomeriggio assolato di millenni fa, a condividere il momento del pranzo passeggiando, bevendo acqua fresca e ascoltando la fontana che zampilla.