Un viaggio nell’Antica Roma
La storia della civiltà romana si estende per molti secoli. Racconta di una città che ha avuto dei re, è stata una repubblica e infine si è trasformata nell’impero più vasto del mondo antico.
Ai cambiamenti delle forme di governo corrispondono trasformazioni nella vita di tutti i giorni, nei rapporti tra le persone, nel linguaggio, con esiti che durano ancora oggi: per esempio abbiamo ereditato da loro parole quotidiane come prandium per indicare il pranzo e cena per la cena… Insomma, siamo eredi dei romani anche in cucina, anche se i loro gusti potevano essere diversi dai nostri dell’era della globalizzazione!
Facciamo un viaggio indietro nel tempo alla scoperta dell’antica Roma!

L’età monarchica
Quando?
Dal 753 a.C al 509 a.C. La civiltà romana ebbe inizio nel 753 a.C. quando gli abitanti dei villaggi sorti intorno al fiume Tevere si unirono dando vita a un’unica città, Roma.
Chi erano i re?
I re venivano eletti e:
- detenevano il potere politico;
- erano i capi dell’esercito;
- venivano considerati a metà tra uomini e dei.
Ricordiamo i nomi di sette re, ma è molto probabile che siano stati di più! Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo.
Chi eleggeva i re?
I re venivano eletti dai cittadini riuniti in due assemblee:
- il Senato, formato dagli anziani a capo delle gentes, le famiglie più importanti, sceglieva una lista di candidati a diventare re;
- i Comizi Curiati, le assemblee formate da tutta la popolazione, in cui i nobili esercitavano molto potere, nelle quali si eleggeva il sovrano.
In questo periodo l’alimentazione era semplice e poco elaborata. I romani di questo periodo mangiavano molti ortaggi (come verdure soprattutto porri, lattuga e cavolo, mentre i frutti diffusi erano mele, pere, uva e susine), legumi (ceci, lenticchie e fave), formaggi e poca carne. Il grano, soprattutto il frumento, veniva utilizzato per creare la puls, una miscela simile alla nostra polenta, che veniva insaporita con cipolle o cavolo.
Dobbiamo ricordare che all’epoca dei romani mancavano molti alimenti che oggi invece noi conosciamo e utilizziamo nelle nostre ricette: per esempio le patate, i pomodori oppure lo zucchero!
L’età repubblicana
Quando?
Dal 509 a.C. al 27 a.C.
Come era organizzata la Repubblica?
Nei primi anni della Repubblica il potere era affidato a:
- due consoli, magistrati che cambiavano ogni anno che proponevano le leggi e le facevano rispettare;
- i Comizi, un’assemblea che eleggeva i consoli e approvava le leggi;
- il Senato, che aveva il compito di esprimere pareri sull’andamento della politica: un ruolo importantissimo, che lo metteva al centro della politica.
Che altre cariche c’erano?
Con il passare degli anni aumentò il numero di magistrati che lavoravano insieme ai consoli. Ci furono:
- i questori, che si occupavano del denaro della repubblica;
- i pretori, che insieme ai questori garantivano il rispetto delle leggi;
- i censori, che controllavano le ricchezze dei cittadini;
- gli edili, impegnati a costruire strade, case e monumenti.
Tutti i cittadini potevano essere politici?
Dopo pochi anni anche la popolazione meno ricca, i plebei, ottenne la possibilità di eleggere alcuni magistrati, i tribuni della plebe: avevano il diritto di veto, cioè di opporsi alle decisioni dei consoli.
Nel 451 furono emanate le 12 tavole, le prime leggi scritte della storia romana. Erano affisse nel foro in modo che tutti potessero leggerle e conoscerle, e dichiaravano un principio molto importante: tutti i cittadini di Roma erano uguali, di fronte alla legge!
I banchetti di età repubblicana erano più ricchi rispetto al periodo precedente, anche se si cercava di evitare gli sprechi e i lussi troppo costosi.
Grazie al contatto con le culture straniere, in questo periodo le abitudini a tavola dei cittadini romani iniziarono a cambiare. Nella loro dieta si inserirono nuovi gusti e ricette, tra il pane che poteva essere di tre tipi diversi: pane nero, pane a base di orzo e pane fatto con la farina bianca, molto costoso e mangiato dai più ricchi. Una ricetta molto amata era il libum, una pagnotta a base di formaggio pestato, farina e uova, che veniva cotta per molte ore.
Gli antichi romani consumavano più carne rispetto a noi: oltre agli animali di allevamento mangiavano carni che adesso utilizziamo poco o addirittura mai, come il cervo, l’asino selvatico e addirittura… il fenicottero! Oltre alla carne, si mangiava molto pesce: piccoli pesci in salamoia per i più poveri, e pesci più grandi e pregiati per i patrizi, come sogliole, rombi, triglie.
I romani amavano le salse e i condimenti, e mescolavano sapori diversi tra loro, mettendo insieme gusti dolci, come il miele, e gusti più aspri, come l’aceto. Una vera e propria prelibatezza era il garum, che si otteneva mischiando avanzi di pesce con acqua salata: noi oggi la troveremmo poco invitante, ma i romani ne andavano ghiotti!
L’età imperiale
Quando?
Dal 27 a.C. al 476 d.C.
Chi erano gli imperatori?
Gli imperatori erano i capi assoluti della civiltà romana in questo periodo. Ogni imperatore aveva il titolo di Augusto, che significa degno di onore. Ogni imperatore era:
- Capo (princeps) del Senato, per cui era il primo dei senatori;
- Comandante dell’esercito (imperator);
- Tribuno della plebe, e quindi poteva far approvare le leggi oppure fermarle, e aveva l’immunità;
- Sovrano delle province;
- Pontefice massimo, cioè il capo di tutti i sacerdoti.
Il primo imperatore fu Ottaviano Augusto, l’ultimo Romolo Augustolo.
Come cambia la vita politica?
Il potere del Senato e dei consoli fu ridotto. I senatori e i consoli continuavano ad essere delle figure importanti, ma non prendevano decisioni politiche: queste erano prese dall’imperatore, e il Senato si limitava ad approvarle.
Durante la giornata si consumavano tre pasti: la colazione, chiamata ientaculum, il pranzo, chiamato prandium, e la cena, che era il pasto principale della giornata.
La colazione e il pranzo erano leggeri e si somigliavano molto. In entrambi i Romani mangiavano del pane accompagnato da formaggio: a colazione era abitudine aggiungere frutta e uova, mentre a pranzo, qualche volta, si consumava la carne.
La cena invece iniziava nel tardo pomeriggio e nel caso dei banchetti più ricchi poteva durare anche fino a quattro ore. Per i nobili romani i banchetti erano un’occasione per riunirsi con gli amici e mettere in mostra la propria ricchezza bevendo il mulsum, una miscela di vino cotto e miele. In occasione delle cene, i cuochi romani cucinavano alimenti più comuni, come carne, verdure, uova e frutta, insieme a portate stravaganti e davvero insolite, come il pavone arrosto e lo struzzo. Infine tutte le cene si concludevano con la secunda mensa, il momento del pasto dedicato ai dolci (che venivano realizzati con il miele) e alla frutta.
Una prelibatezza che gli antichi romani amavano cucinare era l’isicia omentata, un misto di carne tritata, mollica di pane bagnata dal vino, pinoli, pepe e bacche di mirto: la loro versione del nostro hamburger!